IL SISTEMA FILTRANTE DEL RENE
Qui vediamo in dettaglio le
membrane cellulari di filtrazione. E' da queste cellule che
appaiono frastagliate (formando così numerosissime fessure) che esce l'urina
primitiva: è una specie di setaccio.
La cosa sorprendente è l'enorme
volume di sangue che passa in queste minuscole strutture: l'intera massa
sanguigna, circa 5-6 litri, passa attraverso i reni 20 volte in un'ora, vale
a dire circa 100 litri l'ora.
L'altra cosa sorprendente è che la
cosiddetta urina primitiva che esce da questi setacci (e che comprende,
insieme agli scarti, molta acqua, sali zuccheri e proteine) viene
recuperata quasi al 90%. Infatti nelle 24 ore i corpuscoli renali
filtrano 180 litri di liquido, ma solo un litro e mezzo, in definitiva,
verrè espulso veramente.
A volte delle piccole lesioni (traumi,
infezioni, tumori) fanno sì che il meccanismo di riassorbimento non
funzioni più bene. E' così per esempio, che si possono trovare
nelle urine abnormi quantità di acqua, di sali, di elementi del sangue,
proteine,ecc.
Se un individuo ha un eccesso di zucchero nel sangue
(iperglicemia) Cioè crea conseguenze anche nella capacità di
riassorbimento. Se i tubuli non riescono a riassorbire questo zucchero
in eccesso, esso rimane nelle urine. E' il diabete.
Quando tutto il sistema renale presenta problemi molto seri di filtraggio,
si possono sostituire queste strutture con un filtraggio artificiale: la
dialisi renale.
Si collega il sistema arterioso con quello venoso, e si
filtra il sangue attraverso delle membrane artificiali. E' il
cosiddetto rene artificiale.
larghezza della pagina1/33 di mm occorrono
cioè 33 pagine DinA4 per fare 1 mm Ingrandimento 10000x.
PAPILLA RENALE
Ogni rene ha a disposizione
per l'eliminazione dell'urina da 10 a 15 papille renali, ciascuna
provvista di un proprio dotto escretore . Ogni dotto corrisponde a
un piccolo condotto, che attraverso uno stillicidio continuo porta verso i
calici (e poi verso l'uretere) quell'1% di urina che rappresenta lo scarto
finale dei filtraggi di cui abbiamo gié parlato.
Il riassorbimento, lo
abbiamo visto, avviene grazie a un meccanismo di risparmio: esso è
controllato da certi ormoni che provengono rispettivamente dal surrene
(aldosterone) e dall'ipofisi, situata alla base del cervello (adiuretina), i
quali regolano il riassorbimento di acqua e di sodio.
Se per esempio un individuo tende a perdere troppa
acqua per traspirazione, l'ormone agisce per riequilibrare il livello
dell'acqua rendendo più permeabili le pareti di riassorbimento.
O viceversa.
Si tratta, nell'insieme, di un sistema così efficiente e
flessibile che in pratica un solo rene è sufficiente per far funzionare
tutto il sistema, (così come alcuni aerei a due motori possono
continuare a volare con un solo motore su due). I tubuli renali che sono
contenuti a milioni nei reni, nel caso che funzioni un solo rene, sono
naturalmente costretti ad un superlavoro: e bisogna aiutarli evitando i
sovraccarichi. Per esempio ricorrendo a delle diete adeguate.
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Ingrandimento 150x.
GLOBULI ROSSI
Un'immagine semplice ma sorprendente: una
piccola arteria tagliata trasversalmente da cui si affacciano alcuni globuli
rossi.
Per avere un'idea delle loro dimensioni basta pensare che un millimetro
cubo di sangue può contenere oltre 5 milioni di queste piccole cellule.
In proporzione a questa fotografia un uomo sarebbe alto 35 chilometri.
Il diametro di un globulo rosso è di circa 7m.
L'arteriola che
vediamo qui è situata nel cervello: esistono vasi ancora più piccoli
(capillari), con il calibro o diametro di un singolo globulo rosso. Ed
infatti in questi capillari i globuli rossi passano in fila, uno solo
alla volta. Intorno all'arteriola si vede la rete del connettivo
che l'avvolge.
I globuli rossi sono cellule molto particolari: se ne
vanno in giro continuamente nel nostro corpo, a miliardi, come colonne
di camioncini per rifornire di ossigeno tutti i tessuti.
L'ossigeno filtra attraverso le pareti e i globuli rossi si caricano di
anidride carbonica, come dei vuoti a rendere.
Nei polmoni avverrè il
processo inverso.
Contrariamente a tutte le altre cellule del corpo, i globuli
rossi non hanno il nucleo: lo perdono poco dopo la nascita (che avviene
nel midollo osseo) sputandolo via come un nocciolo di ciliegia. E
assumendo la forma a disco biconcavo che li rende abbastanza elastici cioè
in grado di modificare la propria forma.
Mancando del nucleo (cioè della parte che contiene il programma
genetico, il DNA) è come se mancassero del cervello: non hanno quasi
metabolismo, non si possono dividere e in definitiva vivono poco: meno
di 4 mesi. Sono in pratica dei sacchetti pieni di emoglobina, una
sostanza che contiene ferro e che serve per legare l'ossigeno, con il
quale ha molta affinità
L'unica cosa che sanno fare (ma è
importantissima) è produrre emoglobina, grazie alle sostanze assorbite
attraverso l'alimentazione. Dopo questa breve e utile esistenza si
rompono e finiscono in pasto ai fagociti. Ogni secondo nel nostro corpo
muoiono 2 milioni di globuli rossi. Ma altrettanti ne vengono
contemporaneamente prodotti.
larghezza della pagina 1/26 di mm
occorrono cioè 26 pagine DinA4 per fare 1 mm Ingrandimento 7800x.
COAGULO SANGUIGNO
Questa struttura, che
sembra una rete da pescatori piena di spugne e stelle marine, è un
coagulo sanguigno. E' cioè la soluzione trovata dall'organismo per
evitare che da una ferita il sangue defluisca via fino ad esaurimento.
La rete che vediamo nella fotografia è formata da fibrina. Normalmente
questa fibrina è diluita nel sangue. Il sangue infatti è formato solo
per metà (anzi al 45%) di globuli rossi: il resto è plasma. Nel plasma,
semiliquido, si trovano parecchie cose: tra esse le piastrine (250. 000
per millimetro cubo), leucociti e parecchio fibrinogeno. Il
fibrinogeno è una proteina che sotto l'azione di un enzima può trasformarsi
in una sostanza filiforme, che prende il nome di fibrina e la forma di
reticolo che si vede nell'immagine.
I globuli rossi rimangono così
imbrigliati: le piastrine accorrono in questo territorio e collaborano
alla costruzione della maglia. così la fuoriuscita di sangue pian
piano si arresta.
L'emofilia è una malattia in cui la capacità di formare
questi coaguli è profondamente alterata: le ferite, pertanto, negli
emofiliaci si rimarginano molto lentamente. Gli individui affetti
da emofilia (in genere su base ereditaria) vanno quindi incontro a imponenti
emorragie, talora mortali.
Su questa trama di sviluppo, costruita dalla fibrina, cominciano ben
presto a proliferare le cellule del vaso sanguigno: è un'autoriparazione
dell'organismo, che richiude l'apertura formatasi. La
massa semisolida si riduce espellendo il siero ( il liquido giallo che
appare sulle ferite); e la ferita rimane così tamponata da un grumo rosso
scuro, cioè dai globuli rossi morti.
Questo fondamentale meccanismo di
autoriparazione, che ci permette di sopravvivere, può però anche portare
alla morte dell'individuo, se avviene in un punto o in un momento
sbagliato. Per esempio se in un vaso invecchiato si verifica una lesione
alla parete, essa (insieme ad altri fattori concomitanti come
alterazione della velocità di scorrimento e della composizione del
sangue) può creare un coagulo improprio: il tappo che si forma in questo
modo può ingrandirsi nel vaso fino a creare un'ostruzione. E' il
cosiddetto trombo. Esso impedisce l'afflusso di sangue (e di ossigeno).
Il cervello e il cuore, che hanno un'estesa rete di piccoli vasi e sono
grandi consumatori di ossigeno, sono particolarmente vulnerabili a questi
trombi.
L'infarto si ha quando il trombo occlude rapidamente
un'arteria di tipo terminale. Con effetti spesso mortali.
larghezza delle pagina 1/26 di mm occorrono cioè 26 pagine DinA4 per fare
1mm Ingrandimento 7800x.
LE CELLULE DEL GRASSO
Le cellule di grasso: sono
cellule giganti, come sacchetti che si gonfiano e si sgonfiano. Esse
assorbono il grasso non utilizzato dal corpo sotto forma di goccioline .
Questo grasso, veicolato dal sangue, attraversa le membrane delle
cellule e va a immagazzinarsi al loro interno, in attesa di essere
riutilizzato nei momenti di bisogno, Per uscire percorreré la stessa
via. Per questa ragione le cellule adipose, come si vede nella
fotografia, debbono sempre essere a contatto con i vasi sanguigni.
Sono queste cellule che danno forma alla pelle, imbottendola e
modellandola. Quando dimagriamo, infatti, esse diventano più piccole.
Quando ingrassiamo non solo diventano più grandi ma aumentano di numero.
Le cellule di grasso non si accumulano a caso, ma hanno una loro
geografia. Nel bambino si accumulano nelle guance, nei gomiti, ai polsi
e alle caviglie. In alcune popolazioni (boscimani) nelle natiche.
Nelle donne queste cellule adipose si concentrano nel seno, nei fianchi,
nelle natiche e nelle spalle. Negli uomini nell'addome e nel torace.
Questa geografia, del resto, varia anche in rapporto all'età
L'invecchiamento, infatti, rallenta il metabolismo, anche quello dei grassi:
Cioè contribuisce alla perdita di elasticità della pelle e del connettivo
(le cellule adipose sono una varietà di connettivo).
Oltre
alla funzione di riserva energetica e di impalcatura (per riempire e
modellare gli spazi), queste cellule hanno in certi casi anche quella di
ammortizzatori. Il cosiddetto grasso primario (che è soggetto a
oscillazioni) serve per esempio come materiale di imballaggio per il globo
oculare, per creare dietro l'occhio un cuscinetto ovattato ed elastico.
larghezza della pagina 1/5 di mm occorrono cioè 5 pagine DinA4 per fare 1 mm
Ingrandimento 1500x.
LA CONTRAZIONE DEL CAPILLARE: IL PERICITA
Sembra una lucertola
aggrappata a un ramo: si tratta di una strana cellula contrattile (un
pericita attaccato ad una arteriola, piccola diramazione del sistema
circolatorio
Per capire cosa fa lé sopra un pericita bisogna
ricordare prima come funziona la circolazione del sangue nel nostro
corpo. Affinchè il sangue circoli, infatti, occorrono le sistoli del
cuore. Il cuore ha proprio questa funzione, di pompa centrale: ma
anche arterie e vene debbono aiutare il suo lavoro, con contrazioni locali.
Arterie e vene (cioè tutti i vasi) sono dei piccoli cuori , che hanno i
loro sistemi di pompaggio. Per questo, così come il cuore possiede tre
strati di tessuto (endocardio, miocardio, pericardio), analogamente i
vasi hanno una parete divisa in tre strati (la tonaca intima, quella
media muscolare e quella esterna avventizia, ricca di connettivo).
Il tessuto muscolare si contrae sotto lo stimolo di terminazioni nervose.
Il fatto è che la forma e le esigenze di tutti questi vari vasi che si
ramificano nel corpo sono diverse. Sia perchè man mano che si va in
periferia diminuiscono le dimensioni dei vasi e diminuisce la velocità
di scorrimento del sangue (un po' come avviene nelle ramificazioni della
rete stradale, con autostrade, strade e vicoli): sia perchè man mano che
i vasi diventano più piccoli le tonache diminuiscono di numero e nei
capillari rimane soltanto la tonaca interna e cioè l'endotelio. Quindi
diventano vasi senza tessuto muscolare, e senza terminazioni nervose.
Come fare per contrarsi e permettere al sangue di continuare a
circolareè R>La risposta è appunto nell'immagine qui accanto. Il vaso
(in questo caso l'arteriola) consiste prevalentemente di endotelio: ma
sulla sua superficie si adagia una cellula molto speciale (pericita):
essa risponde a sollecitazioni meccaniche e umorali che avvengono
nell'ambiente circostante, e reagisce contraendosi. Questa contrazione
schiaccia il vaso e provoca il pompaggio locale del sangue. Senza
bisogno di muscoli e di nervi. larghezza della pagina 1/8 di
mm occorrono cioè 8 pagine DinA4 per fare 1 Ingrandimento 2400x.
L'INTERNO DI UN VASO: L'ENDOTELIO
Questa è una delle
autostrade in cui scorre il sangue. Siamo all'interno di un vaso e
quella che si vede è la tonaca dell'endotelio tonaca intima. I puntini
chiari sono microvilli, destinati ad assorbire le sostanze destinate ad
alimentare le cellule. Le cellule dell'endotelio sono delimitate da certe
strutture chiaramente visibili. Si vedono anche dei piccoli
rigonfiamenti, in corrispondenza dei nuclei interni. L'endotelio è
una membrana sottile, simile in tutti i vasi (anche nel cuore).
Nei vasi
più piccoli, il piastrellato delle cellule non è così saldamente unito:
le cellule possono distendersi notevolmente, seguendo la contrazione del
vaso. In alcuni capillari la parete è porosa consentendo un più ampio
passaggio del sangue nei tessuti circostanti, lé dove è necessario. Al
di sotto della parete che vediamo vi sono due altri strati: la tonaca
media (cioè la parete muscolare) e più esternamente la tonaca avventizia
(che è il rivestimento di connettivo che avvolge il vaso). E' tra queste
pareti che possono depositarsi dei grassi, provocando così uno dei
maggiori fattori di rischio della nostra salute. Questi grassi
infatti, insieme ad altri fattori, diminuiscono l'elasticità dei vasi (che
spesso si allungano divenendo tortuosi) e creando degli ispessimenti e
protuberanze (placche lipidiche e fibrose) che riducono il passaggio del
sangue. Tutto Cioè porta a sclerosi, compromette l'elasticità del vaso
e diminuisce così l'afflusso di sangue (e quindi di ossigeno) a certi
organi che ne hanno particolarmente bisogno, come il cervello (il
cervello muore se rimane pochi minuti senza ossigeno). Queste placche
sono alla base della arteriosclerosi. larghezza della pagina 1/23
di mm occorrono cioè 23 pagine DinA4 per fare 1 mm Ingrandimento 6900x.
GLOBULI ROSSI IN UN VASO
Qui i globuli rossi,
all'interno di un vaso, stanno imboccando una piccola diramazione, e si
ha quasi l'impressione che vengano spinti dal flusso creato dal battito
cardiaco. In realtà in quest'immagine è stato eliminato il plasma
(che rappresenta il 55% del sangue) e solo alcuni globuli rossi sono rimasti
nella zona.
Il loro transito è molto intenso: basta pensare che nel
cuore transita 5-6 litri di sangue al minuto (e che ogni millimetro cubo di
sangue contiene 5 milioni di globuli rossi).
I globuli rossi
percorrono, in questo modo, 15 chilometri al giorno. vale a dire
circa 1500 chilometri nel corso della loro breve vita che è di circa 4 mesi.
Le striature che si vedono sullo sfondo sono le pieghe che permettono la
dilatazione del vaso. Nei piccoli varchi che si possono creare si
infiltrano i globuli bianchi (leucociti), che in questo modo escono dal
circolo sanguigno per andare a distruggere i corpi estranei. E in
alcuni organi (per esempio fegato, milza) anche a fagocitare i globuli rossi
morti.
Il sangue, anche se non ne ha l'apparenza, è un tessuto. Un
tessuto fluido. Prende origine infatti da uno speciale tessuto
embrionale: il mesenchima, che è il progenitore di tutti i tessuti
connettivi (arterie e vene hanno,per esempio, la stessa origine del sangue).
larghezza della pagina 1/13 di mm occorrono cioè 13 pagine DinA4 per fare 1
mm Ingrandimento 3900x.
LE VALVOLE DELLE VENE
Siamo all'interno di una vena, in
corrispondenza di una valvola. Quello che vediamo è un dettaglio del sistema che
impedisce il reflusso del sangue, consentendogli soltanto di dirigersi verso il
cuore. Mentre infatti le arterie usufruiscono della spinta del cuore (o delle
contrazioni dei vasi), il ritorno del sangue attraverso le vene richiede un
meccanismo di richiamo. Soprattutto quando è in salita, cioè quando il
sangue deve risalire dagli arti inferiori verso il cuore (contro gravità .
Il
meccanismo è facilitato da questo sistema di valvole che funzionano come una
serie di porte che si chiudono dietro a chi passa. E' un po' quello che avviene
anche all'interno del cuore, con il sistema delle valvole cardiache. In altre
parole, le valvole si aprono al passaggio del sangue e si richiudono dietro,
così come avviene nelle chiuse del canale di Panama. Con la differenza che
nel cuore queste valvole sono attive, perchè attraversate da tendini e
muscoli mentre qui sono passive: cioè sono semplici tasche che si riempiono
di sangue e lo trattengono per limitare il reflusso durante il suo lento
percorso in salita.
Nella fotografia vediamo, in alto, il lembo di una
valvola, e in basso altre valvolette.
Per facilitare il lavoro delle vene, è possibile utilizzare il movimento dei
muscoli circostanti: essi aiutano a pompare il sangue. Per questa ragione i
medici consigliano di camminare e consigliano anche una precoce mobilità
post-operatoria. Chi sta lungamente fermo ha più difficoltà a impedire il
riflusso del sangue venoso, e soffre spesso di vene varicose.
E' proprio
questa difficoltà a non far progredire il sangue che provoca gonfiori ai
piedi e alle caviglie.
larghezza della pagina 2 mm occorre cioè 1/2 pagina per fare 1 mm
Ingrandimento 150x
LA RETE POLMONARE
E' possibile osservare un
calco della rete fornita dai capillari polmonari. Questa è un'immagine
che non esiste in natura: è il frutto di un artificio, per poter vedere
la rete capillare, che fa circolare il sangue nei polmoni, sono state
iniettate delle resine, che sono andate a depositarsi al posto del
sangue. Le resine si sono indurite e le pareti dei vasi sono state
distrutte con sostanze corrosive. E così pure gli alveoli
polmonari.
Con questa tecnica è stato possibile vedere a nudo la rete vascolare
polmonare, in tutte le sue circonvoluzioni e intrecci. E' in
questo punto che confluiscono la circolazione arteriosa e quella venosa del
polmone ed anche la cosiddetta circolazione pubblica (ossigenazione) e
quella privata (nutrizione).
I capillari arteriosi, per porosità
assorbono l'ossigeno che si trova negli spazi vuoti (gli ex alveoli
polmonari, che contengono l'aria inspirata), mentre quelli venosi, sempre
per porosità cedono anidride carbonica agli alveoli che la eliminano con
l'espirazione.
E' insomma uno scambio di gas che avviene su una
superficie molto estesa, grazie proprio a questa forma così reticolare, a
spugna, di capillari e alveoli.
così il sangue che
era entrato sporco ne esce pulito e ossigenato. E ritorna al cuore, da
dove viene pompato in circolo, per distribuire in tutto il corpo
l'ossigeno. In un certo senso il sangue attraverso i polmoni
entra in contatto, sia pure indirettamente, con l'ambiente esterno.
Allo
stesso modo il sangue elimina anche alcuni liquidi (circa mezzo litro al
giorno), che se ne vanno via col vapor acqueo dell'aria espirata.
larghezza della pagina 1/4 di mm occorrono cioè 4 pagine DinA4 per fare 1mm
Ingrandimento 1400x.
LA TRACHEA
Qui si ha l'impressione di
osservare un fondale marino, pieno di vegetazione subacquea. E' la
trachea. O meglio, il mantello cellulare (mucoso) che riveste
l'interno della trachea.
Da qui transita l'aria diretta verso i polmoni (e
viceversa). E' una parete, come si vede, formata da due tipi di
cellule: quelle cigliate (in verde), che hanno una funzione di spazzola (le
vedremo meglio nella fotografia successiva), e quelle che secernano muco (in
rosso).
La trachea (come le cavità nasali, la laringe, i bronchi)
è una struttura rigida. Queste vie aerifere, infatti, rimangono sempre
aperte. Per questo sono dotate di uno scheletro di tipo cartilagineo
(che qui non si vede). La trachea è infatti sorretta da una serie di
anelli cartilaginei. Nei bronchi il supporto cartilagineo ha una
struttura relativamente semplice a placche.
E' interessante osservare
che questi due tipi di cellule (cigliate e produttrici di muco) si
trovano associate in vari tipi di tessuto originando paesaggi molto
simili in parti molto diverse del corpo. E' curioso, per esempio,
confrontare questa immagine con quella che rappresenta l'interno della
tuba uterina (n. 44). La trachea e la tuba, viste al microscopio
(almeno per quanto riguarda le mucose), sono sorprendentemente simili.
larghezza della pagina 1/63 di mm occorrono cioè 63 pagine DinA4 per fare 1
mm Ingrandimento 19000x.
LE CELLULE CIGLIATE DELLA TRACHEA
Ecco un dettaglio delle
cellule cigliate della trachea. Con i loro movimenti queste ciglia
eliminano verso l'esterno i corpi estranei contenuti nell'aria (pulviscolo
atmosferico), per evitare che arrivino agli alveoli polmonari.
Sono questi cespugli che cercano di difendere i nostri
polmoni da tutte le sostanze inquinanti che si trovano nell'aria, e che
entrano con la inspirazione. Il problema è che il sistema (nato da
un'evoluzione biologica precedente agli inquinamenti atmosferici) non ce la
fa a respingere fuori tutte le sostanze nocive inalate.
Soprattutto non è in grado di filtrare tutte le sostanze volatili che
entrano con il fumo della sigaretta. In passato queste cellule
erano, per così dire, come dei tranquilli guardiani all'ingresso di un
cinema: oggi debbono fronteggiare delle masse senza biglietto che hanno
rotto i cancelli e dilagano all'interno.
Il compito della trachea e delle sue
cellule è anche quello di riscaldare e umidificare l'aria che passa, ed
evitare che arrivi troppo fredda e troppo secca nei polmoni. E' un vero
condizionatore d'aria: pulisce, umidifica, riscalda. E' grazie a questo
sistema che possiamo respirare anche a 30 gradi sotto zero ai poli
oppure a 40 gradi sopra zero nel deserto. Le strutture verdi che
si vedono al centro delle cellule cigliate sono microvilli, con funzione
assorbente.
larghezza della pagina 1/90 di mm occorrono cioè 90
pagine DinA4 per fare 1 mm Ingrandimento 27000x
IL CONNETTIVO
Questo groviglio di fili e
fibre è il riempitivo del nostro organismo. E' il tessuto connettivo. Ha
più o meno lo stesso ruolo della paglia in un imballaggio. Finora
abbiamo visto, infatti, tessuti e organi ben delimitati (stomaco,
fegato, reni, arterie ecc. ): ma tutti questi pezzi dell'organismo non si
incastrano l'uno dentro l'altro, come i pezzi di un gioco di montaggio.
Ci sono degli spazi vuoti, dominio del tessuto connettivo, che è appunto
come la paglia nell'imballaggio, o se preferite come la calce che tiene
insieme i mattoni, e fa da supporto ai cavi della luce, del gas, del
telefono.
Il connettivo infatti fa da sostegno per esempio al sistema
circolatorio. Senza connettivo la rete capillare, così fragile, non
potrebbe adagiarsi. Per definizione il tessuto connettivo
costituisce l'imbottitura e anche l'impalcatura del nostro corpo (anche
l'osso, infatti, è un tessuto connettivo, sia pure di tipo particolare).
I
suoi materiali sono prodotti da certe cellule chiamate fibroblasti e
fibrociti (praticamente sono come un individuo giovane e uno vecchio: il
primo produce più fibre del secondo). Queste fibre e fibrille si
uniscono e si intrecciano, così come i fili, intrecciandosi, formano
delle funi. fibre e cellule si insinuano ovunque, estendendosi,
raggomitolandosi, imbrigliando cellule di grasso, servendo da tralicci per
vasi e nervi (nell'immagine, in azzurro, si vede un'esile fibra nervosa), e
creando dei riempimenti.
Le fibre del connettivo sono di
vario tipo. Alcune ( e sono le più abbondanti) non possono estendersi:
sono le cosiddette fibre collagene, che devono questa loro grande
solidità a una proteina straordinariamente resistente, il collagene.
Altre sono elastiche, grazie alla proteina elastina, e dopo l'estensione
possono tornare nella posizione iniziale.
Gli spazi vuoti sono
occupati da liquidi extra-cellulari, e diventano così delle specie di
paludi o di acquitrini. Qui circolano sostanze nutrienti, ormoni,
macrofagi, linfociti.
Nel connettivo c'è anche una colla (anch'essa
prodotta dai fibroblasti e dai fibrociti). E' un impasto complesso di
zuccheri e proteine, che sotto l'azione di enzimi e ormoni può diventare
più o meno duro. E' da un suo graduale indurimento che dipende,
fra l'altro l'invecchiamento del tessuto connettivo.
larghezza
della pagina 1/30 di mm occorrono cioè 30 pagine DinA4 per fare 1 mm
Ingrandimento 9000x.
IL MUSCOLO
Un fascio di fibre
muscolari, tagliate in sezione trasversale, mostrano la struttura
interna del muscolo. In alto, in bianco, si vede un involucro di
connettivo, dove passano vasi e nervi, che portano nutrimento e stimoli al
muscolo.
I muscoli sono delle strutture che rivestono l'organismo
e, come è noto, gli consentono il movimento: essi rappresentano ben il
35-45% del peso corporeo. Un sistema, quindi, estremamente importante, e
molto flessibile. Grazie alla combinazione cervello-muscoli noi
riusciamo a far compiere al nostro corpo una quantità praticamente
illimitata di movimenti.
I muscoli volontari (cioè mossi da un nostro
comando) sono circa 600, e possono agire in una grandissima varietà di
combinazioni.
La raffinatezza del movimento dipende dalla qualità di
collegamenti nervosi. Ogni singola unità motoria (cioè il singolo
neurone motore e l'insieme delle fibre da esso innervate) può comprendere da
5 a 4000 fibre muscolari.
Nella mano, per esempio,i
terminali nervosi sui muscoli (placche motrici) sono molto più numerosi
che nel torace o nelle natiche. l'impulso nervoso, attraverso una
terminazione collegata al muscolo, scarica acetilcolina o noradrelina:
queste sostanze provocano una reazione chimica, che a sua volta produce la
contrazione muscolare.
Ci sono muscoli che si contraggono senza
che la nostra volontà possa intervenire: il cuore per esempio. O i
muscoli dei visceri. Questi ultimi sono a contrazione lenta e sono
formati da tessuto muscolare liscio. La vera differenza consiste nel
fatto che gli impulsi nervosi per provocare la contrazione dei muscoli
viscerali non partano dalla corteccia cerebrale (sede dei comandi
motori), ma dalle zone arcaiche del cervello, che regolano, senza
intervento della volontà il sistema nervoso cosiddetto autonomo, o
neurovegetativo. larghezza della pagina 2 mm occorre cioè 1/2
pagina per fare 1 mm Ingrandimento 150x.
LE FIBRE MUSCOLARI
Vediamo qui, ingrandite,
alcune fibre muscolari. Ogni singola fibra può misurare da pochi
millimetri fino a 30 centimetri di lunghezza.
Queste fibre sono, per
così dire, dei mostri cellulari. Assomigliano a lunghe salsicce
contenenti moltissimi nuclei. Nella fotografia si vedono
prominenze di nuclei (che creano una serie di piccole gobbe nel profilo
della fibra).
Al loro interno queste fibre contengono sostanze contrattili, come
l'actina (è una proteina che esiste in tutte le cellule), ma soprattutto
la miosina, tipicamente muscolare. Actina e miosina, insieme (e
combinata con altri fattori), danno origine alla massima contrattilità dei
tessuti.
Guardando bene queste fibre muscolari si intravedono
delle striature orizzontali: esse riflettono le strutture interne. Si
tratta di ingranaggi a pettine che scorrono l'uno dentro l'altro. Essi
sono alla base del meccanismo di raccorciamento della fibra (contrazione
muscolare). Una ricca rete vascolare (in azzurro) accompagna le
fibre muscolari.
Queste fibre muscolari, per funzionare, hanno bisogno
di molto ossigeno: e quindi debbono essere bene irrorate dal sangue, come
vedremo nella prossima immagine.
larghezza della pagina 1/3 di mm
occorrono cioè 3 pagine DinA4 per fare 1 mm Ingrandimento 900x.